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La riscoperta dei frutti dimenticati

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Se ti piace la frutta, mangiatela tutta” recitava un famoso spot pubblicitario che, a ragione, sosteneva una cosa importantissima. La frutta, di ogni tipo, fa bene alla salute e determina sull’organismo diversi e straordinari effetti positivi. Ma si conoscono davvero tutti i frutti? Magari si, magari no, ma ciò che è certo è che sono tanti quelli dimenticati.

“In che senso?” verrebbe da chiedersi e la risposta è rintracciabile nel mondo attuale, in cui l’industria alimentare ha esigenza di produrre in grandi quantità al fine di abbattere i prezzi dei prodotti. Per l’appunto, parlare di “frutti dimenticati” significa parlare di tutti quei prodotti della terra che fanno parte solo dei ricordi, in quanto considerati superati da alberi maggiormente produttivi oppure poco utili alla produzione industriale. Ma parlare di “frutti dimenticati” implica che essi vengano ricordati e, quindi, ciò permette di procedere alla loro riscoperta, in un’ottica diversa rispetto a quella relativa alle antiche tradizioni in merito all’impiego di questi eccezionali alimenti, che popolavano ed arricchivano gli orti, coloravano la tavola e regalavano genuinità.

Riscoprire i frutti dimenticati significa anche riportarli nella fruttiera, consapevoli della loro bontà e delle loro proprietà benefiche. In questo caso, innovativo sarà senza dubbio il ritorno alle origini.

Tecnologia & sviluppo: l’evoluzione dell’industria agricola

Come abbiamo già premesso, l’industria agricola, nel tempo, ha subito ed interpretato grandissimi cambiamenti adattando al settore innovazioni e tecnologie responsabili di un aumento impressionante della capacità produttiva, chiaramente basato sull’impiego di grosse quantità di frutta e verdura. Da questo, ben si comprende il perché si sia dovuta fare una scelta, nella quale hanno avuto la meglio i frutti più comuni e che la natura regala in quantità abbondanti, sfruttabili quasi per intero.

La deduzione è altrettanto ovvia: è chiaro, quindi, che molti frutti siano stati poco considerati e, purtroppo, anche dimenticati. Infatti, la grande industria ha privilegiato l’impiego di varietà frutticole che rispondevano a determinate caratteristiche. È chiaro che, quindi, la frutta debba soddisfare le logiche industriali e vengano privilegiati quei frutti che, per dimensione, permettono di ottenere più quantitativo di prodotto e, in generale, si preferisce l’impiego di frutta più grande. A tal proposito, è doveroso sottolineare che i frutti dimenticati sono per lo più di piccole dimensioni e, secondo quanto affermato, questa caratteristica li rende meno commerciabili.

Non solo, anche la conservabilità è un’altra prerogativa determinante, per questo alcuni frutti sono stati dimenticati a favore di quelli che si mantengono meglio e che non si rovinano facilmente. Anche il sapore ha portato ad effettuare una precisa selezione a livello di industria frutticola, che preferisce lavorare i frutti più dolci che meglio rispondo alle esigenze dei consumatori e del mercato. Chiaramente, vengono privilegiate anche tipologie più resistenti di frutta, le cui coltivazioni sono facili da gestire ed altamente produttive. La concomitanza di tutte queste caratteristiche ha determinato, in modo naturale, un’evoluzione tale da portare a scegliere determinati frutti e scartarne altri non adatti all’industria. La conseguenza diretta di queste selezioni è stata la penalizzazione della biodiversità ed un impoverimento trasferito anche in tavola e dovuto all’assenza dei frutti dimenticati.

La riscoperta dei frutti dimenticati: quali sono?

“Ma quali sono? Che caratteristiche hanno? Quale è il loro sapore?”: sono queste le prime domande che ci si pone in merito ai “frutti dimenticati” e che, in passato, sono stati indiscussi protagonisti dell’orto italiano. Usati in ogni variante, crudi o cotti, i frutti dimenticati hanno sempre trovato grande spazio a tavola ed hanno fatto parte, a pieno titolo, della sana alimentazione. Però, non essendo altamente commerciabili sono spesso rimasti esclusi dalle produzioni industriali. Oggi, tuttavia, meritano di essere riscoperti, apprezzati e di essere mangiati in un solo boccone.

Ogni frutto dimenticato ha un sapore ben definito e riconoscibile, arricchito da note di sapori genuini e che rimandano alla tradizione. Ed allora non resta che puntare i riflettori sui frutti dimenticati e riscoprire quali siano.

Tutti i frutti dimenticati

Hanno in comune il fatto di essere piccoli e saporiti e di aver sempre allietato le papille gustative. Molto amati da grandi e piccini, sono ricordati – con un gioco di parole – come frutti dimenticati. Riscopriamoli insieme.

  • Corbezzoli: prodotti dall’albero conosciuto come “corbezzolo”, questi frutti dimenticati sono delle piccole bacche. Tipici del periodo autunnale, i corbezzoli si caratterizzato per la loro buccia piena di minuscole protuberanze ruvide, per la polpa soda e compatta di colore giallo intenso ed un sapore dal retrogusto acidulo. Mangiare il corbezzolo significa fare il pieno di vitamina E, se mangiato al naturale ma, questa tipologia di frutto può essere impiegato anche per la realizzazione di confetture o per la preparazione di prodotti a base di alcool. Ma non solo, i corbezzoli sono frutti dimenticati dalle mille risorse, tanto è vero che – proprio dal loro nettare – le api producono un pregiato miele e, se fermentati, i corbezzoli producono anche un vino molto particolare. Ottimi come antireumatici, antisettici ed antinfiammatori, sono eccezionali frutti dalle proprietà benefiche.
  • Giuggiole:andare in brodo di giuggiole” è il detto, anche abbastanza famoso, utilizzato per esprimere uno stato d’animo di estrema felicità. Tra i frutti dimenticati ci sono anche le giuggiole che fanno capolino nella lista della spesa in natura a partire dalla stagione autunnale. Piccola ma saporitissima, la giuggiola ricorda, nella forma, le olive ed è caratterizzata da una polpa morbida, protetta da una buccia dalle sfumature rossicce e marroncine. L’albero che le produce è il giuggiolo, antico e protagonista di una lunga storia. In cucina, questi frutti dimenticati sono una risorsa eccezionale grazie alla loro versatilità: infatti, le giuggiole si prestano benissimo per realizzare liquori, marmellate, sciroppi oltre naturalmente al tradizionale brodo di giuggiole. Frutti dagli straordinari effetti benefici, le giuggiole – se consumate regolarmente – fungono da antinfiammatorio e, a contatto con la pelle, regalano eccezionale idratazione. Soprattutto in passato, facevano parte dei sempre efficaci “rimedi della nonna”, tanto è vero che sono state e sono spesso utilizzate nel settore dell’omeopatia.
  • Nespole: sono i frutti di un albero bellissimo, il nespolo, la cui crescita avviene spontaneamente. Tipiche varietà frutticole europee, le nespole hanno una storia importante che le ha viste protagoniste dei piaceri della tavola degli antichi romani. La nespola ha una forma rotondeggiante, buccia sottile e si chiude in un pugno. Tipica della stagione autunnale inoltrata, la nespola prima di essere mangiata deve raggiungere il perfetto grado di maturazione, a seguito del processo di fermentazione. La nespola pronta per essere inclusa nella fruttiera è quella con la buccia che presenta delle macchie marroni che ne indicano la maturazione e dalla polpa saporita e morbida. Rientra nei frutti dimenticati perché, nonostante sia prodotta da un albero molto resistente, la nespola è un frutto molto delicato.
  • Azzeruole: certamente i più giovani non le conosceranno, ma tra le eccellenze dei frutti dimenticati ci sono anche le azzeruole. Si tratta dei frutti prodotti dall’albero azzeruolo che, a vista, ricordano le nespole. Le azzeruole sono riconoscibili perché caratterizzate da forma sferoidale e sono un concentrato di vitamina Sia gialle sia rosse e di tutte le sfumature di questi due colori, le azzeruole vantano anche una buona conservabilità. Tra le loro proprietà benefiche, se consumate fresche sono particolarmente dissetanti e, tra l’altro, contrastano la ritenzione idrica e sono ipotensive. Ottime nella preparazione di confetture, sono anche impiegate in pasticceria.
  • Pere e mele cotogne: sia le mele sia le pere appartenenti a questa tipologia provengono da alberi comunemente conosciuti con il nome di “cotogno”. Si tratta di una pianta antichissima che ha messo le sue radici, probabilmente, nel territorio del Caucaso. Questo albero dà vita a frutti caratterizzati da una forma non definita che comunque sono riconducibili a mele o pere. Chiaramente anche questi frutti rientrano nella lista dei “dimenticati”, perché rappresentano una varietà più di nicchia rispetto alle altre numerose presenti sul mercato. Pere e mele cotogne sono entrambe utilizzate per preparazioni destinate alla lunga conservazione e la loro polpa è croccante e per niente morbida. Anche questi frutti sono considerati rimedi naturali per chi soffre di disturbi che interessano in particolare lo stomaco. Non è un caso, infatti che mele e pere cotogne siano ideali per garantire una buona digestione. Nella dispensa, non può mancare la “cotogna”, la tipica marmellata ottenuta dalla lavorazione di questa varietà di mele e pere. Ricchi di gusto, questi frutti dimenticati sono anche molto profumati.
  • Pere volpine: il loro regno è la Romagna, dove si può facilmente trovare questa varietà. Come i colleghi dimenticati, anche le pere volpine risentono dell’evoluzione della produzione industriale. Tipici della montagna, questi frutti sono molto piccoli ma ricchissime di vitamine e povere di calorie. La buccia è ruvida e di colore verdastro più chiaro che scuro, mentre la polpa è soda. La pera volpina è veramente poco zuccherina, è ricca di fibre e sali minerali. Ideale spuntino per chi deve bruciare qualche chilo di troppo, aiutano anche la regolarità dei processi digestivi. Questi frutti dimenticati devono essere molto maturi per essere consumati, tanto è vero che anche una volta raccolti devono ultimare la maturazione mediante l’essiccazione o all’interno della paglia.
  • Corniole: di color rosso, bordeaux o vinaccio, le corniole sono dolci e vengono prodotte dalla pianta Cornus Mas che fa parte della famiglia della Cornacee. La polpa è carnosa, particolarmente adeguata per le preparazioni di marmellata, oltre che di liquori. Caratterizzate da un retrogusto acidulo, le corniole hanno tantissime proprietà benefiche per l’organismo. Diversamente dagli altri frutti dimenticati, il periodo perfetto per assaporare le corniole è la fine dell’estate considerato che la loro fioritura è databile in primavera.
  • Ciliegie bianche: conosciute anche come “ciliegie limona”, questi frutti sono una variante delle più classiche ciliegie rosse, rispetto alle quali però presentano meno calorie. Ricche di vitamine sono ideali per essere gustate sciroppate oppure candite. Tra gli effetti benefici delle ciliegie bianche c’è sicuramente la loro capacità di depurare l’organismo e, grazie al fatto di essere ipocaloriche, sono adatte anche a rientrare nei regimi alimentari seguiti dai diabetici. La pianta che le produce restiate bene al freddo, anche quello più rigido. Rientrano nell’elenco dei “frutti dimenticati” perché sono molto meno note delle sorelle rosse che, invece, vengono coltivate in grandi quantità e sono più facilmente rintracciabili sul mercato.
  • Sorbe: frutti dalle straordinarie proprietà benefiche, le Sorbe altri non sono che le figlie del sorbo. La loro conformazione le rende molto simili alle mele o alle pere ed il loro colore può andare dal giallo al rosso poi vivo. Il loro sapore è dolce nel caso in cui le sorbe siano molto mature, la polpa è farinosa. Si tratta di frutti dimenticati che trovano la loro stagione perfetta nell’autunno e, nonostante siano piccoli, contengono un’ottima quantità di acido malico responsabile della buona digestione. Il consumo regolare di sorbe è ottimo anche per prevenire le malattie del fegato, favorire la diuresi e permette di fare il pieno di vitamina C. Le sorbe sono utilissime per contrastare la formazione dei radicali liberi e per rafforzare il sistema immunitario.

Abbiamo fatto un’ampia panoramica per riscoprire insieme i frutti dimenticati e, nel contesto generale, procedere anche alla loro riscoperta.

Sono tutti frutti molto antichi che, pur essendo stati penalizzati dall’evoluzione delle tecniche di produzione, hanno mantenuto intatto nel tempo il loro pregio. Accomunati dalle piccole dimensioni e dai sapori inconfondibili, questi frutti – per quanto dimenticati – ancora popolano le tavole di chi ha il piacere di assaggiare freschezza e genuinità e quei sapori della tradizione. Ed è per questo motivo che il suggerimento è quello di fare scorpacciate di questi frutti, soprattutto con gli spuntini di metà mattina e di metà pomeriggio, per poter beneficiare anche delle loro straordinarie proprietà. I frutti dimenticati, anche per le loro forme, risultano molto particolari e destano interesse e curiosità: possiamo dire che fanno quasi simpatia perché non sono quelli che siamo abituati a vedere comunemente.

Ed allora, adesso è arrivato il momento di andare alla ricerca di tutti i frutti dimenticati che abbiamo elencato ed accettare la sfida del provarli tutti, perché la vera innovazione è la tradizione.