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Foraging gli ingredienti che natura ci offre

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La natura, lo si sa, fa all’uomo davvero moltissimi regali graditi per la sua salute e permette a tutti di beneficiare dei suoi frutti, di ogni specie e di ogni genere. Negli ultimi anni, la tematica legata alla sana alimentazione è trattata davvero in ogni luogo, dai giornali ai salotti televisivi, alle riviste, proprio perché è diventata attuale in virtù della tutela della propria salute e del rispetto del proprio corpo.

Soprattutto ultimamente, sono tantissime le proposte culinarie e le ricette alternative che “sconvolgono” un po’ le tradizioni e mettono in gioco ingredienti e pietanze che si rivelano un grande successo.  Rispetto al passato, sono molti gli alimenti che sono entrati nella “cultura dei fornelli” a pieno titolo: alcuni sono tra i più originali, altri sono stati scoperti sotto nuove forme, ad altri ancora sono stati affidati nuovi sapori. Questo a conferma che, in cucina, tradizionale ed alternativo danno vita ad un intreccio perfetto di colori, gusti ed odori.

E se apriamo una finestra sul futuro culinario e sulle novità, possiamo già apprezzare ricette originali ed innovative che permetteranno di servire piatti eccezionali e variegati, soprattutto per le tantissime tipologie di alimenti di origine vegetale che la natura ci serve in tavola. Quello delle verdure è un mondo colorato, saporito e dalle straordinarie proprietà benefiche che sono il riflesso per una cucina ricca e davvero originale. Ma al di là dei classici e più tradizionali ortaggi, l’innovazione più grandi arriva dal foraging. Vi state chiedendo di cosa si possa trattare? Beh, la prima risposta che bisognerebbe fornire è “il foraging è un’arte”. E già! Perché si tratta della pratica di raccolta di alimenti che nascono e crescono spontaneamente in diversi contesti ed in un certo senso si fa ricorso al foraging per creare un vero e proprio piatto nuovo. Quindi, largo spazio in cucina a licheni, alghe, erbe, fiori, radici e chi più ne ha più ne metta. Il foraging trova libero sfogo in numerosi e diversi contesti naturali come fiumi, aree montane, laghi, boschi e sottoboschi e dovunque ci sia la possibilità che nascano spontaneamente vegetali. È chiaro che, per raccoglierli, chi vorrà abbracciare il foraging dovrà conoscerne le loro caratteristiche, procedere alla loro eventuale selezione e lavorarli per ottenere la parte commestibile.

Foraging, nulla è improvvisato: arte e tecniche oggetto di studi

Per apprendere tutte le necessarie conoscenze e darsi al foraging, chiaramente non bisogna mai rischiare e peccare di improvvisazione. Al contrario, la pratica del foraging è oggetto di studi appositi e specifici che determinano sia l’eventuale recupero di tradizioni culinarie, sia l’apertura a nuove culture da adottare dietro ai fornelli. Dietro il foraging c’è tanto sapere scientifico, frutto di competenze tecniche applicate ad un nuovo modo di intendere l’alimentazione. Se ci si sofferma un attimo a pensare, il foraging ha trovato “terreno fertile” (è proprio il caso di dirlo) soprattutto in relazione al fatto che è attualissimo il problema della mancanza di risorse sul pianeta: per  questo motivo, per trovare soluzioni alternative ed avere sempre rispetto per la terra e l’ambiente che ci circonda, lo sviluppo del foraging ha avuto un forte impulso ed ha inanellato importanti successi.

Ma cosa prevede, in pratica, il foraging?

È un’attività che si articola in più fasi e che parte con la raccolta di vegetali sorti in modo spontaneo, prosegue con la loro catalogazione, fase alla quale segue un’approfondita analisi di ciò che si è raccolto. Queste pratiche permettono di selezionare accuratamente ciò che potrà essere consumato e conservato.
Il foraging risponde e soddisfa perfettamente le esigenze nutritive, regalando all’organismo una serie di benefici che arrivano direttamente dalla natura. Del resto, il foraging – come si potrà immaginare – era una pratica molto diffusa soprattutto nei tempi dell’antichità, e oggi non facciamo altro che attualizzare ed innovare la tradizione, paradossalmente tornando al passato per creare un ponte con il futuro dell’alimentazione.

«Siamo ciò che mangiamo» sosteneva il filosofo e critico di origine tedesca Ludwig Feuerbach: questa frase, per quanto vecchia, risulta lo specchio al quale viene affidata la riproduzione della realtà in cui viviamo.

Il foraging permette di scoprire la natura nella sua relazione con la cucina e da questo intreccio vengono stimolati i nostri sensi.

Foraging: cosa mangiare

Il sapore delicato delle erbe che – seppur  selvatiche – si sposa bene con aromi sofisticati da assaporare e portare in tavola. Chiaramente, ogni stagione ha le sue sfumature di colori – oltre che di sapori e odori – che si traducono in piatti sempre diversi ed originali. Ma le erbe spontanee che si possono raccogliere grazie al foraging sono ideali per garantire una salute di ferro: infatti, non tutti lo sanno, ma esse sono veramente ricche di vitamine e proteine che aiutano a fare il pieno di energie, così come sono un concentrato di sali minerali presenti in quantità ancora maggiore di quella generalmente rilevabile nei comuni ortaggi.

Insomma, dedicarsi alla raccolta delle erbe spontanee è un’attività importante dalla quale potrebbe dipendere, in parte la nostra salute ed in parte quella del nostro pianeta.